Manufacturing Execution System: quando il fiuto non basta
E se la fiducia verso il proprio “naso” per gli affari, la propria competenza, facessero paradossalmente da freno all’adozione delle tecnologi Industry 4.0? Intendiamoci, il business vince quando c’è il fiuto. Nel dopoguerra, quando al posto delle fabbriche c’erano macerie, l’istinto di una straordinaria generazione di imprenditori, la capacità di prendere sempre la decisione giusta gonfiavano le vele di un’Italia creativa e manifatturiera, quella del boom economico. Lo stesso istinto per le scelte vincenti ha alimentato la prima rivoluzione delle macchine a controllo numerico e la presenza sempre più capillare delle soluzioni software per la gestione degli ordini, assicurando maggiore agilità nel rispondere alle richieste del mercato con lavorazioni sempre più precise e personalizzate.
Carenza di informazioni
Oggi però il passo della domanda e della concorrenza è troppo veloce, i fattori che condizionano le decisioni da prendere sono troppo numerosi e diversificati. L’istinto da solo non basta più e anche il modo in cui le imprese elaborano i loro dati di produzione è carente: troppo tempo per ottenere informazioni utili, troppa incertezza nei parametri monitorati. È necessario cambiare, facendo leva proprio sull’intelligenza delle macchine, la connettività di Internet e la potenza del software capace di mettere in relazione i dati che arrivano in tempo praticamente reale dai processi di fabbrica, con quelli di natura gestionale che riguardano l’esecuzione degli ordinativi del cliente.
Vedere nel futuro
Nella nuova realtà dell’Industry 4.0 le risposte vengono da applicazioni dotate di funzionalità MES. Dietro questo acronimo, Manufacturing Execution System, c’è tutto il potere della correlazione di cui si diceva. Da un lato i dati che definiscono la natura degli ordini fatti dal cliente, aggiornati con le informazioni riguardanti lo stato di avanzamento del lavoro. Dall’altro il pieno controllo dei macchinari di cui la fabbrica dispone, dei tempi di esecuzione di ogni singolo pezzo, della corrispondenza di questi pezzi alle specifiche, dei materiali e dell’energia consumata, dello stato di salute della macchina stessa. In mezzo, una soluzione come Latitudo TAC4i, che non solo riesce a conciliare questi due ambiti, la gestione di un ordine e la sua esecuzione, ma consente anche di immaginare scenari ipotetici ma estremamente concreti, proprio perché basati su dati certi, che aiutano nelle decisioni future.
Questione di priorità
Un esempio ahimé molto sentito in questo momento? I costi energetici della produzione, saliti alle stelle a causa della drammatica situazione internazionale. Una crisi che ha fatto saltare ogni previsione fatta nel recente passato. È possibile contenere in qualche modo gli aumenti registrati in bolletta da tutte le imprese, dando priorità alle commesse più vantaggiose e ottimizzando l’impiego delle linee di lavorazione e delle materie prime? Una buona soluzione MES serve proprio a questo. Le due anime di Total Asset Control permettono ai responsabili della produzione di avere una visione dettagliata della capacità produttiva e delle risorse impegnate, fino al tracciamento del singolo materiale collegato alla singola lavorazione. Le funzionalità MES del programma, si occupano invece di definire i processi di lavorazione e di misurarne tutti i parametri. Una volta integrate tutte queste informazioni, si possono ottenere “viste” molto puntuali su quello che succede dentro la fabbrica. E sulla base di questi eventi individuare le aree di criticità (un fermo-macchina prolungato, un impianto che lavora sotto la sua capacità effettiva, un materiale che tarda ad arrivare) e prevedere gli andamenti futuri. In modo da risparmiare sui costi complessivi o aumentare la produttività a parità di costo.
Adottare un sistema MES, insomma, è come mettere un bel paio di occhiali sul “naso” dell’imprenditore.
Manufacturing Execution System: quando il fiuto non basta
E se la fiducia verso il proprio “naso” per gli affari, la propria competenza, facessero paradossalmente da freno all’adozione delle tecnologi Industry 4.0? Intendiamoci, il business vince quando c’è il fiuto. Nel dopoguerra, quando al posto delle fabbriche c’erano macerie, l’istinto di una straordinaria generazione di imprenditori, la capacità di prendere sempre la decisione giusta gonfiavano le vele di un’Italia creativa e manifatturiera, quella del boom economico. Lo stesso istinto per le scelte vincenti ha alimentato la prima rivoluzione delle macchine a controllo numerico e la presenza sempre più capillare delle soluzioni software per la gestione degli ordini, assicurando maggiore agilità nel rispondere alle richieste del mercato con lavorazioni sempre più precise e personalizzate.
Carenza di informazioni
Oggi però il passo della domanda e della concorrenza è troppo veloce, i fattori che condizionano le decisioni da prendere sono troppo numerosi e diversificati. L’istinto da solo non basta più e anche il modo in cui le imprese elaborano i loro dati di produzione è carente: troppo tempo per ottenere informazioni utili, troppa incertezza nei parametri monitorati. È necessario cambiare, facendo leva proprio sull’intelligenza delle macchine, la connettività di Internet e la potenza del software capace di mettere in relazione i dati che arrivano in tempo praticamente reale dai processi di fabbrica, con quelli di natura gestionale che riguardano l’esecuzione degli ordinativi del cliente.
Vedere nel futuro
Nella nuova realtà dell’Industry 4.0 le risposte vengono da applicazioni dotate di funzionalità MES. Dietro questo acronimo, Manufacturing Execution System, c’è tutto il potere della correlazione di cui si diceva. Da un lato i dati che definiscono la natura degli ordini fatti dal cliente, aggiornati con le informazioni riguardanti lo stato di avanzamento del lavoro. Dall’altro il pieno controllo dei macchinari di cui la fabbrica dispone, dei tempi di esecuzione di ogni singolo pezzo, della corrispondenza di questi pezzi alle specifiche, dei materiali e dell’energia consumata, dello stato di salute della macchina stessa. In mezzo, una soluzione come Latitudo TAC4i, che non solo riesce a conciliare questi due ambiti, la gestione di un ordine e la sua esecuzione, ma consente anche di immaginare scenari ipotetici ma estremamente concreti, proprio perché basati su dati certi, che aiutano nelle decisioni future.
Questione di priorità
Un esempio ahimé molto sentito in questo momento? I costi energetici della produzione, saliti alle stelle a causa della drammatica situazione internazionale. Una crisi che ha fatto saltare ogni previsione fatta nel recente passato. È possibile contenere in qualche modo gli aumenti registrati in bolletta da tutte le imprese, dando priorità alle commesse più vantaggiose e ottimizzando l’impiego delle linee di lavorazione e delle materie prime? Una buona soluzione MES serve proprio a questo. Le due anime di Total Asset Control permettono ai responsabili della produzione di avere una visione dettagliata della capacità produttiva e delle risorse impegnate, fino al tracciamento del singolo materiale collegato alla singola lavorazione. Le funzionalità MES del programma, si occupano invece di definire i processi di lavorazione e di misurarne tutti i parametri. Una volta integrate tutte queste informazioni, si possono ottenere “viste” molto puntuali su quello che succede dentro la fabbrica. E sulla base di questi eventi individuare le aree di criticità (un fermo-macchina prolungato, un impianto che lavora sotto la sua capacità effettiva, un materiale che tarda ad arrivare) e prevedere gli andamenti futuri. In modo da risparmiare sui costi complessivi o aumentare la produttività a parità di costo.
Adottare un sistema MES, insomma, è come mettere un bel paio di occhiali sul “naso” dell’imprenditore.
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